Eddard Stark, un uomo del 21° secolo nel Trono di Spade

ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler riguardanti i libri. La disquisizione che segue riguarda solo il primo volume della saga di Martin Da sempre i lettori della saga del “Trono di Spade” sono abituati ad assistere alla tessitura, da parte della sapiente penna di Martin, di trame intricate e ricche di elementi da analizzare ed approfondire. Ciò che maggiormente stupisce è la sua capacità di presentare mosaici di tipi umani completamente differenti. Colori diversi, talvolta in perfetto contrasto, che vanno a fondersi nella meravigliosa opera prodotta dall’autore statunitense. Approfittatori, uomini depravati, arrivisti, saggi, strateghi, individui insicuri ed inadatti al duro mondo del “Trono di Spade”, personaggi valorosi e sprezzanti del pericolo, padri premurosi e loschi figuri legati ad antiche e superate tradizioni si alternano tra le pagine di Martin e popolano un universo estremamente ampio e variegato, talmente ben caratterizzato da poter essere guardato come una realtà a se stante. E poi c’è lui, Ned Stark. Eddard Stark, una macchia d’inchiostro su un foglio bianco E’ inevitabile sfogliare il primo volume della saga di Martin e non guardare con occhio diverso il lord di Grande Inverno. Eddard Stark, figlio di Rickard Stark e Lyarra Stark, ci viene presentato come un uomo apparentemente austero e silenzioso, fortemente legato a valori quali la lealtà ed il rispetto ed una prima analisi del suo personaggio potrebbe erroneamente indurre a vederlo come un individuo arretrato addirittura rispetto al tempo narrato nei libri (stiamo parlando del 3° secolo d.C. circa), epoca dominata dalla corruzione e dall’arrivismo sfrenati, in una corsa senza sosta al potere. Eppure, non appena la storia ha modo di svilupparsi e presentare gli altri protagonisti, dando il via alle vicende del primo libro. Ci si rende immediatamente conto di quanto Eddard Stark sia un personaggio estremamente avanzato rispetto a quelli che lo circondano. Catelyn e i figli In un mondo caratterizzato da matrimoni combinati e riparatori, da relazioni incestuose costruite per mantenere, almeno in apparenza, la “purezza” del sangue di una famiglia, da successioni al potere destinate unicamente ai primi figli maschi, dalla quasi reificazione delle donne (che, soprattutto ai piani alti della società, ci aspetta semplicemente che facciano da comparsa accanto ai lord e che vengano relegate a semplici oggetti di scambio per rinforzare i rapporti tra le famiglie) e da figure maschili che si pongono come veri e propri pater familias aventi il pieno controllo sulle vite delle persone che li circondano, Eddard Stark risalta per il rapporto fortemente moderno instaurato con la moglie ed i figli. Quello tra Catelyn e Ned, infatti, non è un legame tra sottomessa e comandante (come invece appaiono numerosi altri legami donna-uomo , anche non coniugali, all’interno dei libri. Basti pensare a quello tra i fratelli Targaryen nei primi capitoli), i membri della coppia sembrano agire su due poli perfettamente equilibrati e il loro risulta essere un rapporto perfettamente paritario. Diversamente da quanto ci aspetterebbe da un qualsiasi marito dei Sette Regni, Eddard non rimprovera mai Catelyn (se non con le buone intenzioni del coniuge premuroso) e, anche quando la consorte fa scelte da lui non condivise, si limita a tenere per sé il proprio parere, senza far trasparire la contrarietà o la rabbia tipiche del padre-padrone offeso da una presunta mancanza di rispetto nei confronti del suo potere decisionale. Interessante è, a questo proposito, il passaggio in cui Ned, informato da Catelyn della sua decisione di coinvolgere Ditocorto nell’ “indagine” volta a smascherare i Lannister (decisione presa in quasi totale autonomia dalla consorte, segno, questo, di una grande indipendenza. Sulle donne del “Trono di Spade” ci sarebbe da aprire un capitolo a parte), per quanto non riponga fiducia nei confronti del protetto dei Tully, non si dice contrariato dalla scelta della moglie e, anzi, la sostiene e la incoraggia, ascoltando il suo parere sul da farsi. Eddard Stark, dunque, non comanda sulla moglie, ma agisce in completa simbiosi con lei. Rapporto più che moderno, se si pensa che la società del 21° secolo è ancora popolata da uomini convinti che il ruolo delle donne nella società debba essere circoscritto alle mansioni domestiche e alle questioni legate al parto (sottolineiamo che si tratta di persone di mentalità estremamente retrograda e che costituiscono, fortunatamente, una percentuale piuttosto ridotta della popolazione). Facciamo notare come, a rendere ancor più forte il contrasto di lord Stark con gli altri uomini del suo tempo, contribuisca proprio la figura (simbolo di ridicolezza ed arretratezza) di Viserys Targaryen:
Non sei tu a comandare il drago!” continuò a urlarle in faccia. “Mi capisci? Sono io il signore dei Sette Regni! E mai prenderò ordini dalla p****** di un barbaro a cavallo, mi capisci?
Viserys alla sorella Daenerys, da “Il Trono di Spade I”, George Martin Prendiamo questa breve citazione come esempio (e tanti se ne potrebbero fare con il personaggio di Viserys) della considerazione che il “legittimo erede al trono dei Sette Regni”, perennemente legato ad una visione medioevale della società, ha della propria sorella: un semplice oggetto destinato ad essere donato al Khal dei Dothraki per ottenerne in cambio un esercito con il quale compiere un’impresa ai limiti dell’impossibile. Per quanto questo particolare personaggio non susciti altro che l’ilarità e, forse, la pena dei lettori, è significativo il suo essere una palese esagerazione dei sovrani o dei nobili del suo tempo: i suoi eccessi mettono in risalto concezioni retrograde per noi ed attuali per i Sette Regni. L’idea di ricevere ordini da una donna (il che, secondo gli standard istituzionali del gruppo sociale in cui si trovava, quello dei Dothraki, sarebbe dovuto corrispondere alla normalità. Del resto, Daenerys era anche la sua khaleesi), quella che lui per anni aveva visto come uno strumento da utilizzare a suo piacimento per il raggiungimento dei suoi scopi, gli pareva oltre ogni logica e questo, unito al suo essere uno spostato ed un disadattato, lo ha fatto reagire con furiosa follia e violenta esasperazione. Un uomo che, paragonato a Ned Stark (anche solo rispetto al rapporto che ha con la figura femminile che ha accanto), appare minuscolo e ridicolo. Per quel che riguarda i figli, importante e degno di nota è il modo in cui si relaziona con la piccola Arya. La giovane Stark ( che pure potremmo inserire nel discorso delle più importanti e rappresentative donne del “Trono di Spade”) è subito presentata come una lady tutt’altro che elegante. Ribelle, interessata alle arti cavalleresche, priva di qualsivoglia forma di cortesia e tutt’altro che disposta a sottostare agli standard imposti dal mondo in cui si trova, Arya viene più volte descritta come motivo d’imbarazzo per gli Stark. Dovrebbe semplicemente imparare ad essere elegante ed accomodante, come si addice ad una lady. Eppure lei è diversa e questo suscita l’imbarazzo della sorella Sansa (personaggio inizialmente molto statico e legato alle tradizioni di cui sopra) e le risate dei nobili delle altre casate, divertiti da una così bizzarra (e per nulla conforme agli standard) ragazzina di otto anni. Eppure Ned la accetta per quel che è:
Se anche te la portassi via, non ho il minimo dubbio che nel giro di una settimana troverei un pugnale sotto il tuo cuscino. Cerca almeno di non infilzare tua sorella, quale che sia la provocazione
Ned Stark ad Arya, parlando della sua spada, da “Il Trono di Spade I”, George Martin Il passaggio qui riportato è solo uno dei tanti che potrebbero (qualora analizzati con maggiore approfondimento) dare prova non solo della grande ed inesauribile pazienza di Ned (sempre pacato nel parlare ai figli ed autorevole solo quando la situazione lo richiede), ma anche del suo accettare la piccola Arya per quel che è. A lui non interessa che la figlia diventi una lady ambita dai vari signori di corte, ne che si comporti da maschiaccio.
"Un giorno era rientrata sorridendo a tutta dentatura, come un cavallo, con i capelli e i vestiti ridotti a un pastone di fango. Tra le braccia stringeva un caotico mazzo di fiori verdi e purpurei che aveva strappato di persona dalla palude per farne dono al loro padre. Sansa aveva sperato che almeno lui le dicesse di comportarsi come la lady di nobile famiglia che si supponeva lei fosse, ma lui non l’aveva fatto, anzi: l’aveva addirittura abbracciata e ringraziata per i fiori. E questo aveva fatto sentire Sansa anche peggio."
Da “Il Trono di Spade I”, George Martin Questo piccolo pezzo è significativo di come, mentre Sansa prova vergogna per una sorella fuori da qualsiasi schema sociale accettabile e la fa sfigurare in quanto lady, Ned apprezzi il semplice affetto della figlia e non tenga in considerazione gli oneri che la sua posizione, in quanto piccola nobile di Grande Inverno, comporta. Ancora una volta il paragone con la società odierna è immediato. Molti padri (e genitori, a voler allargare il discorso) accettano i figli per come sono, indipendentemente dalle stranezze o dalle deviazioni rispetto a qualsivoglia canone imposto dalla società (oggi, ad esempio, non fa più scalpore, giustamente, che ad una ragazza interessino i motori od il calcio, ambiti comunemente maschili, o che ad un ragazzo piaccia indossare la gonna). E’ facile ipotizzare che, qualora Arya (od uno qualsiasi dei suoi altri figli) avesse mostrato tendenze omosessuali, il padre avrebbe continuato ad accettarla tranquillamente, per quanto le tradizioni e le linee di pensiero dei Sette Regni potessero essere generalmente contrarie ad una condotta di questo tipo. Molti padri del 21° secolo, invece, non accetterebbero l’eventuale omosessualità dei figli (anche se questo è un discorso ampio e che andrebbe discusso più approfonditamente in un’altra sede).
Il rapporto con il popolo
"A Grande Inverno, lord Stark teneva sempre una sedia vuota alla propria tavola, e ogni giorno chiedeva ad un uomo diverso di occuparla."
Da “Il Trono di Spade I”, George Martin Per quanto poco si parli del rapporto di Eddard con gli abitanti delle zone vicine a Grande Inverno, ci viene lasciato intendere, in qualche passo, che, diversamente da molti altri nobili e governanti, gradisce e cerca il contatto con le persone sulle quali regna, al fine di conoscerle, guadagnarsi il loro rispetto, imparare e capire di cosa necessitano il nord e i suoi abitanti. Una visione, quella di lord Stark, molto moderna e completamente differente da quella più egoistica e personalista degli altri regnanti presenti all’interno della saga. I Lannister: crudeli e retrogradi, ma adatti Si è già parlato di quanto assurdi ci possano apparire tradizioni e comportamenti di alcuni personaggi. I Lannister, con la loro corsa crudele e sfrenata corsa al potere e la loro volontà di conservare patrimonio e razza, risultano distanti dal nostro modo di pensare e da un personaggio moderno e ben più positivo quale è Eddard Stark. Eppure, per il mondo selvaggio e senza pietà del “Trono di Spade”, appare chiara la maggiore capacità di adattamento dei lord della casata del leone, a dispetto del vecchio lupo. Un lord costretto dalle istituzioni e dalle convezioni I più, nel leggere queste parole, avranno pensato che, nonostante lord Stark sia effettivamente un personaggio mentalmente avanzato, si è comunque reso protagonista di azioni non condivisibili quali esecuzioni (come quella del vecchio guardiano della notte o di Lady, il meta-lupo di Sansa) o l’allontanamento dalla famiglia. E’ semplice arrivare a concludere, in questi casi, che Ned Stark sia chiaramente costretto dalle istituzioni e dalle leggi di un mondo al quale non appartiene (del resto la “scelta” di diventare primo cavaliere del re è tutta giustificata dalla lealtà e dal rispetto nei confronti del sovrano e non da un’effettiva volontà di accettare l’incarico) Eddard Stark, un inadatto migliore di noi In conclusione, potremmo affermare che Ned Stark è paradossalmente inadatto al mondo del “Trono di Spade”. E’ completamente fuori luogo. I suoi ideali, parzialmente legati a valori risalenti ad un passato fatto di onore e lealtà e contemporaneamente proiettati in un futuro nemmeno ipotizzabile in un mondo a tinte medioevali come quello in cui si trova, fanno di lui un uomo più vicino al modo di pensare dei giorni nostri che ad un uno proveniente dalle pagine del “Trono di Spade”. Sembra quasi che Martin l’abbia inserito nella sua storia per farlo risaltare a contrasto con la realtà da lui ideata e far pesare ai lettori il suo essere sostanzialmente migliore di tanti uomini dei nostri tempi. Questo è Eddard Stark.

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